Giuseppe Ungaretti, il Porto Sepolto 1923. Storia di un’edizione
La mostra, parte integrante del progetto del Sistema Museale Pistoiese - SIMUP "Nuovi percorsi tra passato e futuro. 5 mostre per 1 Sistema museale", indaga la genesi del volume, prefato da Benito Mussolini, ornato dalle xilografie di Francesco Gamba e tirato in 500 copie numerate su apposita carta filigranata realizzata da Casa Magnani. Il progetto espositivo, che propone per la prima volta una riflessione sui “beni cartari” dell’ente pesciatino, ha permesso di individuare, sulla base di documenti inediti rinvenuti nell’Archivio Storico Magnani, il luogo esatto ove l’opera fu stampata, ovvero lo “Stabilimento di Arti Grafiche S. Belforte & C.” di Livorno, di ricostruire tutti i passaggi che portarono alla definizione del supporto cartaceo e del disegno della filigrana, nonché di effettuare una serie di confronti con la forma da carta filigranata conservata nelle collezioni del Museo, ricostruendo anche l’eccezionale apparato illustrativo appositamente creato da Francesco Gamba.
Guida ai materiali esposti
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Giuseppe Ungaretti, Il Porto Sepolto. Poesie, 1916
Udine, Stabilimento Tipografico Friulano, 1916, pp. 47 [1], brossura editoriale legata a punto metallico, carta vergata avoriata, 25 x 19,5 cm.
Prima edizione, stampata in 80 copie (75 su carta vergata avoriata, 5 di lusso su carta spessa bianca).
Collezione privata. Esemplare n. 72, con data e firma autografe alla prima carta: «Versa il 16 dicembre 1916 / Ungaretti».
L’esemplare faceva parte della biblioteca del poeta, che foderò il libro con una rudimentale sovraccoperta e scrisse a mano l’indicazione «Il Porto sepolto». Dopo essere stato custodito dagli eredi di Ungaretti, nel 2016 l’esemplare è entrato nella collezione privata di Lodovico Isolabella.
Ungaretti iniziò a comporre le prime poesie del Porto Sepolto nel dicembre del 1915, non appena giunto nelle trincee sul Carso. Scriveva «nel pericolo, tra un tiro e l’altro», come ebbe a dichiarare, e su mezzi di fortuna: pacchetti di sigarette, scatole di pallottole, margini di giornale, cartoline, che poi riponeva alla rinfusa nel tascapane in dotazione. Nell’aprile del 1916, a Versa, durante un periodo di riposo, il poeta conobbe per caso il tenente Ettore Serra, che aveva letto e apprezzato alcuni suoi componimenti precedentemente apparsi sulla rivista «Lacerba». Fu grazie a questo incontro che nacque l’idea di pubblicare una raccolta di versi di Ungaretti. Nei mesi successivi il poeta intensificò l’attività letteraria e all’inizio di ottobre consegnò a Serra le trentadue poesie che costituiranno il libro. Il futuro editore si rivolse al rinomato Stabilimento Tipografico Friulano di Udine, e il 16 dicembre 1916 vide la luce la prima edizione del Porto Sepolto. Fu lo stesso Ungaretti a ritirare le 80 copie del libro: alcune le donò subito ai suoi commilitoni, mentre consegnò o spedì le restanti agli amici e ai maggiori scrittori, critici e artisti del tempo.
Tenne per sé l’esemplare n. 72, esposto oggi in mostra.
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Lettera dello Stabilimento di Arti Grafiche S. Belforte & C. di Livorno alle Cartiere Enrico Magnani di Pescia, 31 marzo 1923
Carta velina, 22 x 28,2 cm (Archivio Storico Magnani – Museo della Carta di Pescia – Cartiera Le Carte)
Nel marzo del 1923 Magnani spedì alcuni campioni della carta filigranata richiestagli allo stabilimento livornese. Belforte intervenne però con una nuova commessa, a segno che il progetto editoriale andava prendendo forma per successive precisazioni: le copertine del volume. Presagendo, forse, resistenze o riserve da parte del cartaio pesciatino, Belforte accompagnò la sua ulteriore richiesta con «un rigo di raccomandazione per la cosa» di mano dello stesso Ungaretti: la lettera è ora in Università Cattolica a Milano (segn. UC-MSACQ- 14/1) e vi si legge l’intenzione del poeta di «far un libro bello, anzi perfetto».
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Forma da carta filigranata Ettore Serra, 1923
Mogano, pino strobo, rame e filo di rame argentato, bronzo fosforoso, ottone
50,6 x 40 x 3,5 cm (Museo della Carta di Pescia – Cartiera Le Carte)
La coppia di forme gemelle, provviste di un solo «cascio», fu realizzata da Casa Magnani nel febbraio del 1923 per una fabbricazione di carta «a tino» utile alla tiratura di 500 copie numerate, con la prefazione di Benito Mussolini e le xilografie di Francesco Gamba, de Il Porto Sepolto di Giuseppe Ungaretti, stampate dai torchi dello «Stabilimento S. Belforte & C.» di Livorno, sotto la supervisione di Ettore Serra e dello stesso Ungaretti. Al centro di entrambe le metà della tela vergata figura una filigrana «in chiaro» o «a filo», opera di un anonimo filigranista locale, che rappresenta una ancora a due marre, una stella in alto vicino alla cicala e, in basso, le lettere ES, chiaro richiamo a Ettore Serra; il tutto racchiuso da un doppio riquadro rettangolare. Sul fronte sinistro, la filigrana appare esattamente in controparte, ovvero riprodotta specularmente rispetto a quella presente sul lato destro, così che, a foglio ultimato, sia anch’essa perfettamente leggibile in controluce: non si può dunque parlare di contromarca, quanto piuttosto di un unico foglio provvisto di due identiche filigrane. Belforte, che si faceva tramite di precise indicazioni ricevute da Serra, pretendeva in realtà, almeno inizialmente, la riproduzione in filigrana di un disegno ben più ricco e complesso che presentava, oltre agli elementi ricordati, anche un nudo femminile dalla folta chioma scura avvolto intorno al fuso dell’ancora: ovvero un ex libris serriano di mano presumibilmente di Francesco Gamba, a sua volta esplicita citazione della marca tipografica aldina. I limiti tecnici insiti nella filigrana «in chiaro», la vergatura del foglio e la volontà di avere una carta dal carattere «settecentesco», consigliarono in ultimo di optare per una sorta di compromesso che finì per accontentare l’«editore» Ettore Serra e il cartaio pesciatino: l’8 febbraio 1923, nella Cartiera Le Carte, la «carta a filone giallina» poteva dunque essere messa in fabbricazione.
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Giuseppe Ungaretti, Il Porto Sepolto. Poesie di Giuseppe Ungaretti presentate da Benito Mussolini con fregi di Francesco Gamba, 1923
La Spezia, Stamperia Apuana di Ettore Serra, 1923, pp. 133 [15], brossura muta con sovraccoperta illustrata, carta filigranata prodotta dalla Cartiera Magnani di Pescia, con marca editoriale «E S», 35 x 24,6 cm.
Seconda edizione con poesie inedite e molte varianti, stampata in 500 esemplari numerati a mano.
Xilografie di Francesco Gamba.
Biblioteca San Giorgio, Pistoia. Esemplare n. 472, donazione Annapaola Campori Mettel
Stampata a Livorno presso l’editore Belforte, la seconda edizione del Porto Sepolto fu pubblicata a La Spezia sotto la sigla Stamperia Apuana di Ettore Serra, lo stesso Serra che nel 1916, soldato al fronte insieme a Ungaretti, aveva per la prima volta pubblicato in volume la raccolta del poeta. Per la nuova edizione Ungaretti e Serra diedero vita a un libro sontuoso: di grande formato, era impresso su carta prodotta appositamente dalla Cartiera Magnani di Pescia e ornato dalle raffi nate xilografi e di stampo quattrocentesco di Francesco Gamba, incisore ligure già collaboratore della celebre rivista «L’Eroica». Aperto da una modesta prefazione di Benito Mussolini, Il Porto Sepolto spezzino accoglie poesie già pubblicate nel Porto sepolto del 1916 e in Allegria di naufragi del 1919 (ma Ungaretti introdusse numerosissime modifiche testuali), oltre a sette componimenti mai usciti in precedenza.
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Scheda di sottoscrizione di Giuseppe Ungaretti, Il Porto Sepolto, 1923
[4], legata a filo, carta vergata con filigrana «PMF», 23,7 x 15,7 cm.
Xilografie di Francesco Gamba.
Biblioteca San Giorgio, Pistoia. Esemplare n. 472, donazione Annapaola Campori Mettel.
La pubblicazione del Porto Sepolto fu annunciata da questa elegante e rarissima plaquette promozionale, che accoglie sia la scheda di sottoscrizione per l’acquisto del libro (al prezzo di «Lire 100»), sia la scheda editoriale con la presentazione del volume prossimo alla stampa. Allestita da Ettore Serra nei primi mesi del 1923, la scheda si apre con la descrizione fisica del libro: il Porto Sepolto sarà stampato in 500 esemplari su «carta appositamente fabbricata dalla Cartiera Magnani di Pescia» e «apparirà severamente ornato da Francesco Gamba, il giovane artista ligure che tanto onora la nobile arte dell’incisione su legno». Serra elogia poi l’opera di Ungaretti, comunica che sarà Benito Mussolini a firmare la prefazione, e annuncia infine la nascita della sua impresa editoriale: «La “Stamperia Apuana” che in vista delle più armoniose montagne e del luminoso golfo di Luni, vuol dar mano alla rinascita del libro italiano di severa bellezza, stimiamo non potesse meglio iniziare la sua opera che dando alla luce, colle sue forme, il libro di un dolce, doloroso poeta: Il Porto Sepolto di Giuseppe Ungaretti».
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La poesia di Giuseppe Ungaretti. Note e commenti di Ettore Serra, Giovanni Papini, Gherardo Marone, Ardengo Soffici, Alberto Savinio, Enrico Thovez, Aurelio E. Saffi, a cura di Ettore Serra
La Spezia, nella Stamperia Apuana di Ettore Serra, 1923, pp. 36 [2], brossura editoriale legata a filo, carta vergata, 29 x 20 cm.
Xilografie di Francesco Gamba.
Prima edizione.
Libreria Antiquaria Pontremoli, Milano.
Contemporaneamente alla pubblicazione del Porto Sepolto, Ettore Serra diede alle stampe La poesia di Giuseppe Ungaretti, una antologia di interventi critici favorevoli alla poesia ungarettiana. Realizzata a fini promozionali, si apre con il celebre saggio dello stesso Serra, al tempo inedito, Come divenni editore del libro “Il Porto Sepolto” di Giuseppe Ungaretti. Seguono i contributi di Giovanni Papini, Gherardo Marone, Ardengo Soffici, Alberto Savinio, Enrico Thovez e Aurelio E. Saffi, precedentemente apparsi in rivista o in volume, che vanno a coprire l’intera produzione del poeta fino al 1923, comprendendo così, oltre al Porto Sepolto, anche La Guerre e Allegria di naufragi. Chiude il volume un breve contributo di Serra che fa il punto sulla fortuna di Ungaretti fuori dall’Italia, proiettando la sua poesia in una dimensione pienamente internazionale.
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Cofanetto editoriale di Giuseppe Ungaretti, Il Porto Sepolto, 1923
Cartoncino beige, etichetta stampata in nero applicata al piatto anteriore e al dorso.
Dimensioni 355 x 250 x 20 mm
Collezione privata.
Per far fronte al rischio di danneggiamento del Porto Sepolto, edizione preziosa e fragile date le grandi dimensioni, fu realizzato dall’editore un cofanetto di protezione in cartoncino: senza decorazioni o fregi, sobrio ai limiti della modestia rispetto alla sontuosità dell’edizione, reca applicata al dorso e al piatto anteriore una grande etichetta bianca con i titoli stampati in nero. Gli esemplari del Porto Sepolto che conservano il cofanetto risultano oggi molto rari: esposto agli accidenti del tempo, una volta rovinato l’astuccio veniva semplicemente eliminato, forse anche perché considerato un elemento estraneo rispetto al volume.
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Francesco Gamba (1895 – 1970), matrici per le illustrazioni di Giuseppe Ungaretti, Il Porto Sepolto, 1923
Legno inchiostrato.
Copertina per Il Porto Sepolto, 22 x 30 x 2,3 cm
Tavola in apertura della sezione Elegie e madrigali, 16 x 20,3 x 2,3 cm
Tavola in apertura della sezione Il Porto Sepolto, 16 x 20,3 x 2,3 cm
Collezione privata.
Le tre matrici incise da Francesco Gamba furono impiegate per la stampa della copertina e delle illustrazioni che aprono le sezioni del libro intitolate Elegie e madrigali e Il Porto Sepolto. Ogni matrice è composta da più blocchetti di legno incollati insieme così da raggiungere le dimensioni necessarie per la stampa a piena pagina. Nell’incisione in copertina i titoli, i dati editoriali e il fregio di Ettore Serra sono inquadrati all’interno di una ricchissima cornice a volute. Le altre due incisioni raffigurano rispettivamente una donna che suona il flauto in piedi nell’acqua, coperta solo da una morbida veste adagiata sulla spalla e sugli avambracci; e un soldato pensieroso seduto su una roccia, con indosso l’uniforme, l’elmo e il tascapane, mentre sullo sfondo un fiume taglia la pianura.
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La mostra, resa possibile grazie a prestiti di privati e di istituzioni pubbliche, è accompagnata da un catalogo a cura di Edoardo Barbieri con premessa di Carlo Ossola, edito da Salomone Belforte & C. di Livorno.
Giuseppe Ungaretti, il Porto Sepolto 1923. Storia di un’edizione
Museo della Carta di Pescia
8 febbraio – 2 giugno 2025
lunedì, mercoledì e sabato 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso alle ore 17.00)
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la Locandina, la Cartolina e il Folder della mostra del SIMUP
L’archivio storico d’impresa delle Antiche Cartiere Magnani di Pescia è uno dei più importanti in Italia, sia per dimensioni sia per quantità e qualità delle carte conservate.
Si tratta di un archivio completo, con documenti compresi tra il secolo XVIII e i primi anni del XXI, che permette di ricostruire l’attività economica della cartiera e, tramite essa, i legami con gran parte dell’industria italiana e molti operatori e stati esteri. Vi troviamo, tra gli altri, foto, documenti del personale, registri aziendali, corrispondenza e una sezione riguardante gli scritti di Carlo Magnani.
L’Archivio è stato donato dalla Cartiera Magnani 2000 S.p.A. all’Associazione Museo della Carta di Pescia ETS nel 2004 ed è conservato nei locali restaurati dell’opificio “Le Carte”, inaugurati il 9 aprile 2016.