Britannia e Corno Postale

sec. XIX

La forma Magnani con le filigrane “Britannia” e "corno postale" si distingue per la presenza, sulla metà sinistra della tela metallica, di una donna seduta con scettro e scudo crociato e, su quella destra, di un corno entro scudo. Le origini della filigrana "Britannia" – nome che deriva da quello usato dagli antichi Greci e Romani per riferirsi alla Gran Bretagna – risalgono alla seconda metà del Seicento: essa era utilizzata, inizialmente, soprattutto da cartai olandesi per il mercato inglese. Sono tre le tipologie della forma "Britannia", definibili dalla figura visibile in contromarca sull’altra metà della tela: possiamo, così, distinguere, nella collezione Magnani, oltre alla coppia con "Britannia" e "corno postale", un gruppo di forme con  Britannia e “Ercole” e un altro, infine, con "Britannia" e iscrizione “JAMES SPICER & SONS”.

Misure

Altezza: 38.2 cm
Larghezza: 48.4 cm
Profondità: 3.4 cm

Ulteriori misure

Portata (distanza tra i filoni): 2,8 cm

Riferimenti

Codice inventario museo: FC 84
Codice catalogo nazionale: 09 00783885

Materia e tecnica

Tela metallica in bronzo fosforoso (tessitura)
Filigrana in chiaro: rame e filo di rame argentato (piegatura e cucitura)
Telaio in mogano e pino strobo (piallatura)

Notizie Storico Critiche

Origine della filigrana 

La forma da carta con filigrana Britannia, diffusissima tra i fogli del XVII e XIX secolo, si caratterizza per la presenza, su una metà della forma, della raffigurazione iconica della Gran Bretagna. La donna siede su un trono con in mano uno scettro e un ramoscello e uno scudo crociato ai piedi; la testa è di profilo, mentre sotto il trono figurano delle onde, chiaro riferimento al secolare predominio politico ed economico sui mari. La figura è inserita all’interno di un medaglione ovale coronato.

Prima ancora che nella carta, troviamo la Britannia nella medaglistica inglese prodotta a partire dagli inizi del XVII secolo, derivante da iconografie esistenti sulle monete degli imperatori romani Adriano e Antonino Pio (Susini Rocchetti, 1959). Si conferma così un legame importante tra la prassi figurativa della numismatica e quella dell’arte della filigrana, con un rapporto spesso di derivazione della seconda dalla prima.

Nella fabbricazione di carta filigranata, i primi esempi di una simile iconografia vanno ricercati in prodotti olandesi, dove la figura femminile è accompagnata, sull’altra metà del foglio, dal motto “Pro patria” o altri simboli riferiti all’Olanda: si voleva infatti mettere in evidenza la qualità della carta fabbricata in un paese all’epoca rinomato per questo prodotto, mantenendo allo stesso tempo il riferimento al luogo di destinazione. Ben presto, pur rimanendo olandese il luogo di produzione, i simboli olandesi saranno sostituiti da contromarche con le iniziali dei regnanti britannici (Churchill 1935; Barker-Benfield 2002). 

Non sono finora emersi casi in cui sia possibile associare con assoluta certezza un foglio con filigrana Britannia alla forma Magnani. Potrebbero però essere stati realizzati dalla casa pesciatina alcuni fogli rinvenuti all’interno di gruppi di carte certamente Magnani utilizzate per uno stesso prodotto finale, come avviene nel caso del foglio 19a, con filigrana Britannia purtroppo frammentaria, dell'album persiano contenente disegni e stampe realizzato in Iran sotto la dinastia Qajar (1790-1850), oggi custodito presso gli Harvard Art Museums.

Iconografia e rapporto con i Magnani

Il gruppo di forme della collezione Magnani caratterizzate, su una metà, dalla Britannia, si deve ulteriormente suddividere in considerazione delle figure o iscrizioni comparenti nella seconda metà delle forme.
Le forme indicate dai numeri di inventario 74 e 84 (verosimilmente gemelle, utilizzate, cioè, simultaneamente dai “lavorenti” addetti allo stesso tino, e volte alla produzione di carta con identiche dimensioni e filigrana), presentano sulla metà destra della tela, uno stemma coronato con corno in contromarca. Tipologia originariamente tedesca, il corno postale può trovarsi, con infinite varianti, sulle carte di differenti provenienze e cronologie, sino dal XIV secolo (Churchill 1935), mentre tra XVII e XVIII secolo diventa ricorrente la filigrana con corno entro stemma coronato, specie nelle carte prodotte per il mercato inglese (Barker-Benfield 2002). Sono le contromarche o i monogrammi apposti rispettivamente sull’altra metà del foglio o sotto lo stemma, quando presenti, a darci indicazione sulla provenienza di queste carte, come avviene nel caso dei prodotti Magnani, per i quali conosciamo i fogli, ma non le forme: specie nella prima metà dell’Ottocento numerosissimi sono gli esemplari con corno entro stemma accompagnato dal sottostante monogramma “GM”, identificativo di Giorgio Magnani: nelle carte dei coniugi Shelley, come del musicista Marcos Portugal, o ancora nei disegni dell’artista Luigi Sabatelli o dell’architetto Carlo Amati (ogni tipo di carta dunque – da scrivere, da musica e per disegno). 

Tornando però alle forme in oggetto, si può rilevare che, rispetto ai disegni filigranati che conosciamo, il campo entro cui figura il corno postale è molto squadrato e semplificato e vi compare al di sotto non il monogramma, ma la cifra 088, di non noto significato, e negli stessi caratteri che si ritrovano nella forma con “Ercole”. Accomuna i due gruppi anche l’iscrizione “John Marshall of T J Marshall and Co” sul telaio delle forme, indice della produzione delle stesse presso la casa londinese (attiva tra 1792 e 1875). L’essenza arborea utilizzatavi, il mogano, è d’altronde tipica della produzione non italiana (Lazzeri, Macchioni, Sozzi 2014).
È dunque interessante e peculiare potremmo dire della casa Magnani, il cui patrimonio ci abitua a situazioni di questo tipo, trovare nelle presenti forme da carta raffigurazioni legate a luoghi e riferimenti lontani rispetto al territorio pesciatino, che si contestualizzano nel tipo di traffici nei quali da sempre si essi si impegnarono, desiderosi di volgersi alla conquista di mercati internazionali.

Diffusione

È raro, per il tipo di strumenti che si stanno analizzando, riuscire a circoscriverne con precisione la cronologia, specie, come per l’intero gruppo pesciatino di “Britannia”, quando non si conoscono esatte corrispondenze in fogli filigranati. Ai termini certi finora individuati per ciascuna famiglia di forme possiamo tuttavia aggiungere alcuni riferimenti archivistici, che arricchiscono la nostra conoscenza dei rapporti dei Magnani con l’Inghilterra. 

Dal cospicuo e ancora poco esplorato Archivio Storico Magnani è infatti emersa la Convenzione di Rappresentanza stipulata nel 1905 tra Enrico Magnani e il Sig. C.L. Richmond, incaricato di rappresentare le carte Magnani sulle piazze di Londra, contratto verosimilmente significativo per altri possibili precedenti (finora) non giunti alla nostra conoscenza (ASMP, Sezione Amministrazione, serie Carteggio, Sottoserie Corrispondenza estera, B/214, Carte sciolte).

Se poi si considera l’interessante termine “carta all’inglese”, che compare nell’inventario della carte redatto nell’ambito della fondamentale Relazione del perito Calamari nel 1827 (ASPe, Vicariale, filza n.1986, inserto n. 4, si veda nota per riferimento completo), e che trova riscontri, dopo una sorta di “lacuna” archivistica, negli inventari delle carte delle cartiere Magnani degli anni Cinquanta e Sessanta dell’Ottocento, si potrebbe ipotizzare che l’impresa pesciatina, probabilmente già a partire dal primo, intraprendente esponente, Giorgio di Bernardo, abbia prodotto carte con figurazioni pensate ad hoc per il mercato inglese, inserendosi in un circuito ben strutturato di contatti, tenendovi saldamente il posto sulle piazze britanniche almeno per un secolo. 

Marta Maria Caudullo 2022

Note

1. Lo studio delle collezioni Magnani è stato affiancato da una sistematica, seppur, inevitabilmente, non esaustiva, consultazione dell'Archivio Storico Magnani di Pescia. L'inventariazione di questo ingente fondo archivisico è in corso di completamento; si indicano pertanto le unità con le segnature provvisorie. 2. Riferimento archivistico Relazione Calamari: ASPe, Vicariale, filza n.1986, inserto n. 4, "Relazione del Perito Domenico Ilario Calamari in causa Sannini, cav. Bartolomeo Nucci, e Domenico Marchetti nei NN. Magnani, e Magnani, Magnani ne' Rossi, e Rossi medesimo"

BIBLIOGRAFIA RIFERIMENTI

W.A. Churcill, Watermarks in paper in Holland, England, France, etc. in the XVII and XVIII centuries and their interconnection, Amsterdam 1935

G. C. Susini, L. Rocchetti, Voce Britannia in “Enciclopedia Treccani” - “Enciclopedia dell' Arte Antica”, 1959

A. M. Onori, "Giorgio Magnani e F.", una famiglia di industriali della carta tra Settecento e Ottocento, in C. Cresti (a cura di), Itinerario museale della carta in Val di Pescia, Siena 1988

Barker-Benfield (a cura di), Bod XXIII: Indexes to the Bodleian Shelley Manuscripts with Addenda, Corrigenda, List of Watermarks, and Related Bodleian, London 2002

S. Lazzeri, N. Macchioni, L. Sozzi, Indagini diagnostiche sulle forme da carta del Museo della Carta di Pescia, in "Istituto Storico Lucchese Sezione Pescia-Montecarlo/Valdinievole", n. 13, 2014

David J. Roxburgh (a cura di), An Album of Artists’ Drawings from Qajar Iran Dinasty, catalogo della mostra, Cambridge 2017