Britannia/James Spicer

sec. XIX, terzo quarto

La forma Magnani con filigrana “Britannia”, nome che deriva da quello usato dagli antichi Greci e Romani per riferirsi alla Gran Bretagna, si distingue per la presenza, sulla metà destra della tela metallica, di una figura femminile con scettro e scudo crociato. Si tratta di una filigrana le cui origini risalgono alla seconda metà del Seicento, utilizzata, inizialmente, soprattutto da cartai olandesi per il mercato inglese. Sono tre le tipologie della forma Britannia, definibili dalla figura visibile sull’altra metà della forma, ovvero posta in contromarca: possiamo così distinguere, nella collezione Magnani, oltre al gruppo con "Britannia" e l’iscrizione “JAMES SPICER & SONS”,  un gruppo di forme con "Britannia" e “Ercole”, e un altro, infine, con "Britannia" e corno postale.

Misure

Altezza: 37.9 cm
Larghezza: 47.5 cm
Profondità: 5 cm

Ulteriori misure

Portata (distanza tra i filoni): 2,8 cm

Riferimenti

Codice inventario museo: FC 75
Codice catalogo nazionale: 0900783878

Materia e tecnica

Tela metallica in bronzo fosforoso (tessitura)
Filigrana in chiaro: rame e filo di rame argentato (piegatura e cucitura)
Telaio in cipresso e pino silvestre (piallatura)

Notizie Storico Critiche

Origine della filigrana 

La forma da carta con filigrana Britannia, diffusissima tra i fogli del XVII e XIX secolo, si caratterizza per la presenza, su una metà della forma, della raffigurazione iconica della Gran Bretagna. La donna siede su un trono con in mano uno scettro e un ramoscello e uno scudo crociato ai piedi; la testa è di profilo, mentre sotto il trono figurano delle onde, chiaro riferimento al secolare predominio politico ed economico sui mari. La figura è inserita all’interno di un medaglione ovale coronato.
Prima ancora che nella carta, troviamo la Britannia nella medaglistica inglese prodotta a partire dagli inizi del XVII secolo, derivante da iconografie esistenti sulle monete degli imperatori romani Adriano e Antonino Pio (Susini Rocchetti, 1959). Si conferma così un legame importante tra la prassi figurativa della numismatica e quella dell’arte della filigrana, con un rapporto spesso di derivazione della seconda dalla prima.
Nella fabbricazione di carta filigranata, i primi esempi di una simile iconografia vanno ricercati in prodotti olandesi, dove la donna è accompagnata, sull’altra metà del foglio, dal motto “Pro patria” o altri simboli riferiti all’Olanda: si voleva infatti mettere in evidenza la qualità della carta fabbricata in un paese all’epoca rinomato per questo prodotto, mantenendo allo stesso tempo il riferimento al luogo di destinazione. Ben presto, pur rimanendo olandese il luogo di produzione, i simboli olandesi saranno sostituiti da contromarche con le iniziali dei regnanti britannici (Churchill 1935; Barker-Benfield 2002). 
Non sono finora emersi casi in cui sia possibile associare con assoluta certezza un foglio con filigrana Britannia alla forma Magnani. Potrebbero però essere stati realizzati dalla casa pesciatina alcuni fogli con questa figura trovati all’interno di gruppi di carte certamente Magnani utilizzate per uno stesso prodotto finale, come avviene nel caso del foglio 19a, con filigrana Britannia purtroppo frammentaria, dell'album persiano contenente disegni e stampe realizzato in Iran sotto la dinastia Qajar (1790-1850), oggi custodito presso gli Harvard Art Museums.

Iconografia e rapporto con i Magnani

Il gruppo di forme della collezione Magnani caratterizzate, su una metà, dalla Britannia, si deve ulteriormente suddividere in considerazione delle figure o iscrizioni comparenti nella seconda metà delle forme. 

Le forme inv. 2 e 75 presentano, sulla metà sinistra, in contromarca rispetto alla metà con filigrana Britannia, la scritta: FINE/ JAMES SPICER & SONS/1887.  La dicitura si riferisce a una ditta impegnata sin dal 1864 nel commercio di carta all’ingrosso e al dettaglio, con sede a Londra, 50 Upper Thames Street. Trattandosi di una società che si poneva come intermediaria tra imprese manifatturiere da un lato e rivenditori dall’altro, con folti contatti anche all’estero, se ne può dedurre un accordo commerciale con la famiglia Magnani in grado di assicurare alla carta pesciatina l’approdo sulle piazze di Londra. Non è infrequente, d’altronde, che le carte portino come contromarca il nome del rivenditore (un esempio è in fogli ottocenteschi con la dicitura “Cartoleria di Firenze”).

Rispetto alle altre famiglie di forme, quest’ultima è probabilmente successiva e certamente prodotta a Pescia, come indica l’italiana essenza arborea del cipresso e il timbro con il nome del fabbricante Gaetano Biagi (Lazzeri, Macchioni, Sozzi 2014)

Diffusione

È raro, per il tipo di strumenti che si stanno analizzando, riuscire a circoscriverne con precisione la cronologia, specie, come per l’intero gruppo pesciatino di “Britannia”, quando non si conoscono esatte corrispondenze in fogli filigranati. Ai termini certi finora individuati per ciascuna famiglia di forme possiamo tuttavia aggiungere alcuni riferimenti archivistici, che arricchiscono la nostra conoscenza dei rapporti dei Magnani con l’Inghilterra. 

Dal cospicuo e ancora poco esplorato Archivio Storico Magnani è infatti emersa la Convenzione di Rappresentanza stipulata nel 1905 tra Enrico Magnani e il Sig. C.L. Richmond, incaricato di rappresentare le carte Magnani sulle piazze di Londra, contratto verosimilmente significativo per altri possibili precedenti (finora) non giunti alla nostra conoscenza (ASMP, Carteggio, B214, 1905).
Se poi si considera l’interessante termine “carta all’inglese”, che compare nell’inventario della carte redatto nell’ambito della fondamentale Relazione del perito Calamari nel 1827 (ASPe, Vicariale, filza n.1986, inserto n. 4, si veda nota per riferimento completo), e che trova riscontri, dopo una sorta di “lacuna” archivistica, negli inventari delle carte delle cartiere Magnani degli anni Cinquanta e Sessanta dell’Ottocento, si potrebbe ipotizzare che l’impresa pesciatina, probabilmente già a partire dal primo, intraprendente esponente, Giorgio di Bernardo, abbia prodotto carte con figurazioni pensate ad hoc per il mercato inglese, inserendosi in un circuito ben strutturato di contatti, tenendovi saldamente il posto sulle piazze britanniche almeno per un secolo. 

Marta Maria Caudullo 2022

Note

1. Lo studio delle collezioni Magnani è stato affiancato da una sistematica, seppur, inevitabilmente, non esaustiva, consultazione dell'Archivio Storico Magnani di Pescia. L'inventariazione di questo ingente fondo archivisico è in corso di completamento; si indicano pertanto le unità con le segnature provvisorie. 2. Riferimento archivistico Relazione Calamari: ASPe, Vicariale, filza n.1986, inserto n. 4, "Relazione del Perito Domenico Ilario Calamari in causa Sannini, cav. Bartolomeo Nucci, e Domenico Marchetti nei NN. Magnani, e Magnani, Magnani ne' Rossi, e Rossi medesimo"

BIBLIOGRAFIA RIFERIMENTI

W. A. Churcill, Watermarks in paper in Holland, England, France, etc. in the XVII and XVIII centuries and their interconnection, Amsterdam 1935

G. C. Susini, L. Rocchetti, Voce Britannia in “Enciclopedia Treccani” - “Enciclopedia dell' Arte Antica”, 1959

A. M. Onori, "Giorgio Magnani e Fº": una famiglia di industriali della carta fra Sette e Ottocento, in C. Cresti (a cura di), Itinerario museale della carta in Val di Pescia, Siena 1988

Barker-Benfield (a cura di), Bod XXIII: Indexes to the Bodleian Shelley Manuscripts with Addenda, Corrigenda, List of Watermarks, and Related Bodleian, London 2002

S. Lazzeri, N. Macchioni, L. Sozzi, Indagini diagnostiche sulle forme da carta del Museo della Carta di Pescia, in "Istituto Storico Lucchese Sezione Pescia-Montecarlo/Valdinievole", n. 13, 2014

David J. Roxburgh (a cura di), An Album of Artists’ Drawings from Qajar Iran Dinasty, catalogo della mostra, Cambridge 2017